Basilica di Cortemaggiore: il restauro di affreschi e tele

IL PIACERE DELLA SCOPERTA: SEI ANNI DI RESTAURI

Per apprezzare il restauro di affreschi e tele conservate nella Basilica Minore di Santa Maria delle Grazie e San Lorenzo già Collegiata bisogna conoscerne la sua storia.

L’edificio religioso si presenta come una grande chiesa a tre navate, con numerose le cappelle laterali e un grande transetto.

E’ stata edificata negli ultimi anni del ‘400. Ha subito nei secoli diverse modifiche e aggiunte sino a trasformarla in quella che possiamo ammirare adesso.

Al suo interno oltre a numerosi dipinti e affreschi, sono conservati il  polittico di dodici tavole di Filippo Mazzola, padre del più noto Parmigianino. Il grande dipinto di Francesco Scaramuzza che fu di ispirazione a Giuseppe Verdi per la sua aria  la “Vergine degli angeli”.

I RESTAURI

il restauro di affreschi e tele sono iniziati nel 2006 e conclusi nel dicembre 2012. DM laboratorio di Arte Restauro, ha lavorato al recupero di tutta la fascia decorativa che corre all’altezza dei capitelli. La riscoperta delle decorazioni che ricoprivano le volte delle navate. E il restauro di tutto l’apparato decorativo del transetto. Compresi i 4 grandi dipinti su tela.

Il lavoro più impegnativo ma più affascinante è stato scoprire che sotto diversi strati di pitture a calce giacevano quasi intatte splendide decorazioni, realizzate molto probabilmente nel ‘500.

restauro degli affreschI: durante il descialbo

restauro degli affreschI: durante il descialbo

restauro degli affreschI: durante il descialbo

restauro degli affreschI: durante il descialbo

I colori si presentavano vivaci ed intensi mettevano. Ci siamo chiesti più di una volta, nel proseguo dei lavori, quanti comprendessero che la decorazione che ammiravano dal basso non era “rifatta” ma originale. Qui di seguito alcune immagini delle fasi di descialbo molto esplicative.

     

 

 

decorazioni soffitto navata centrale

restauro degli affreschI: navata centrale

 

decorazioni soffitto navata centrale

decorazioni soffitto navata centrale

La fascia decorativa

La decorazione, databile intorno alla seconda metà del ‘500, si sviluppa lungo tutta la superficie delle navate laterali (a circa 6 metri di altezza). La fascia decorativa è caratterizzata da un motivo floreale intrecciato con figure di delfini. Queste figure sembrano sorreggere con la coda un elemento che ricorda un’urna. Il muso del delfino è rivolto a toccare una mensola a foglia d’acanto su cui poggia un’ostia con le ali. Il motivo non appare solo decorativo ma ad una prima analisi iconologica si possono rintracciare diversi elementi simbolici.

Ricordiamo qui che il “decorum” era un modus operandi alla quale si rifacevano tutti i pittori-decoratori che lavoravano nel Rinascimento. Questa teoria così ben spiegata nel testo di E. Gombrich “Immagini simboliche”, era legata alla stesura di norme e codici anche visivi. E’ su questi codici che legavano la rappresentazione delle immagini in determinati ambienti e contesti.

Una possibile IPOTESI

Nella decorazione scoperta lungo le navate laterali della collegiata di Cortemaggiore il motivo dei delfini è stato utilizzato, come simbolo di Conversione. Il significato simbolico del delfino è ricco di sfumature e attributi che la tradizione cristiana a via via arricchito. I riferimenti sono in buona parte a narrazioni di origine pagana. Ciò che a noi interessa è collegare uno dei possibili significati, attribuiti al delfino, con gli altri elementi del nostro fregio decorativo.

L’ostia è un chiaro simbolo del corpo di Cristo, ostia con le ali come pane degli angeli, dunque conversione a Cristo come figura di salvezza e purificazione per l’accesso al paradiso.

I delfini sorreggono con la coda un’urna che evoca, secondo l’antica simbologia pagana, la dimora o la casa. In questo caso si può ipotizzare che i convertiti a Cristo sorreggono con la loro fede la Casa di Dio.

Tutto ciò può apparire complesso e forse un poco contorto ai nostri occhi, non così doveva apparire all’uomo del rinascimento. Entrando nelle chiese veniva investito di tante immagini. Molte di queste immagini erano parte di quei teatri della memoria così ben descritti nello splendido libro di Frances Yates.

“L’arte della memoria”, testo fondamentale per interpretare la cultura del Cinquecento.

restauro degli affreschi

restauro degli affreschi: fase di descialbo

restauro degli affreschI: particolare del descialbo

restauro degli affreschI: particolare del descialboIMG_1551

particolare del fregio dopo il restauro

fascia decorativa

Dino Molinari è un restauratore d’arte e decoratore d’interni che opera abitualmente nelle province di Piacenza, Parma e Cremona. Il suo è un mestiere complicato che necessita grande competenza; lui vi si dedica nel suo laboratorio fondato nel 1998 a Cadeo (Piacenza). Tra colori, pennelli e spatole si combinano sapientemente l'amore per la riscoperta e il ripristino delle condizioni di opere antiche.

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